Variante 1232

Montreal, Canada

Carol Danvers ha passato giorni migliori. Ha passato la notte al freddo, e la sua divisa da Tenente Colonnello è stata inzuppata dalla pioggia: sarà difficile convincere qualcuno di essere veramente un’ufficiale dell’USAF, anche perché ha lasciato soldi e documenti nella propria linea temporale d’origine. Eppure è decisa a tentare qualcosa pur di tornare a casa, e si è diretta alla Stazione Centrale nella speranza di raggiungere in qualche modo Ottawa...sempre che anche in questa linea temporale sia la base degli Alpha Flight.

Poi il volto di una ragazza che sta uscendo dalla stazione attira la sua attenzione, o per precisione il colore della sua pelle: porpora.

-Ragazza Porpora! – esclama Carol afferrandola per un braccio – Non avrei mai pensato di essere contenta di vederti!

-Ci conosciamo? – reagisce confusa la ragazza, aggiungendo con tono diverso – Dimmi chi sei e cosa vuoi da me.

Carol risponde senza volerlo, vittima del super-potere della canadese:

-Tenente Colonnello Carol Susan Jane Danvers, United States Air Force. Voglio che mi aiuti a tornare a casa.

 

MARVELIT presenta

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Episodio 9 –

Esiliati

Parte 1: Raccogliere i pezzi

Di Fabio Furlanetto

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Central Wakanda, Wakanda

Sharon Ventura è stata molte cose nella sua vita... wrestler, super-eroina, membro dei Fantastici Quattro e della Fantastic Force...ed anche se non è sicura di sapere cosa è adesso, sa che il suo posto è a Wakanda.

Sono passati mesi dall’ultima avventura della Fantastic Force [1], da quando lei si faceva ancora chiamare Miss Marvel. Il gruppo si è trasferito in questo paese africano nelle ultime fasi della propria vita, ma si è rapidamente dissolto. E mentre Miss Marvel non aveva più ragione di esistere, Sharon ha scoperto di amare questo paese.

Cammina per strada senza fare troppo caso al fatto di essere l’unica bianca nel raggio di chilometri. I wakandani sono poco inclini a fidarsi degli stranieri, ma chiunque abbia ottenuto l’amicizia della Pantera Nera è benvoluto.

Sharon sta leggendo un giornale americano, la cui immagine è proiettata tridimensionalmente da un congegno tascabile che Wakanda non ha ancora commercializzato all’estero, quando il suo orologio inizia a emettere un beep incessante.

Camminando con circospezione per non farsi notare...cosa difficile quando si è l’unica bianca in vista...Sharon si nasconde dietro un albero e ruota il quadrante dell’orologio, scomparendo in batter d’occhio senza lasciare traccia.

 

Sharon ricompare al centro di una piattaforma di teletrasporto, indossando il proprio costume da Miss Marvel. Un piccolo robot volante le si avvicina, parlando con voce nasale e servile:

-Da questa parte, miss Ventura. Il mio padrone desidera incontrarla.

-Il tuo padrone non ha imparato a trattare le persone dall’ultima volta che ci siamo visti, a quanto sembra – risponde Miss Marvel con tono acido: una simile invasione della sua privacy è intollerabile.

Mentre segue il robot ha tutta l’intenzione di fare una bella ramanzina a chi l’ha richiamata in questo modo, ma resta a bocca aperta quando raggiunge il laboratorio principale.

E’ un enorme salone medievale con tanto di muri di mattoni, caminetto acceso e preziosi candelabri. In qualsiasi direzione guardi ci sono robot smontati e rimontati più volte, e non si possono fare più di due passi senza inciampare su qualche dispositivo la cui funzione è impossibile da dedurre.

-Grazie per essere venuta subito, Sharon. Puoi andare, unità JV-9, desidero restare solo con la mia ospite.

A parlare è stato un uomo in armatura grigia e verde scuro, che al momento sta utilizzando un attrezzo simile ad una saldatrice ma grande quanto una penna per manipolare quello che sembra uno strano bracciale.

-Posto interessante, Kristoff. Dove siamo, esattamente?

-In Tibet, quasi in cima al K2, con uno sfasamento quantico del 15,7% rispetto alla costante vibrazionale di questa dimensione. All’esterno questa base non è più grande di una cabina telefonica, invisibile e intangibile. Dove sono gli altri membri della Fantastic Force?

-La Fantastic...Kristoff, il gruppo si è sciolto da mesi, ricordi? Non so neanche dove siano finiti gli altri, anche se credo che Vibraxas stia lavorando di nuovo con Nathaniel.

-Richards – mormora il ragazzo all’interno dell’armatura, per poi ricomporsi – Non ha importanza. Con me al tuo fianco, non abbiamo bisogno dell’aiuto di nessuno.

-Kristoff, siamo soli qui dentro...perché indossi la maschera? O l’armatura, se è per questo?

-Sto effettuando delle modifiche sub-microscopiche, i miei occhi e le mie mani non sarebbero abbastanza precisi. Inoltre...non mi sento completo, senza armatura.

Sharon osserva l’ex compagno di squadra con preoccupazione. Sa che dietro quella maschera, Kristoff Vernard non può avere più di quattordici anni...poco più di un bambino, nella cui mente sono stati riversati tutti i ricordi, le esperienze e le conoscenze del Dottor Destino. Ma se non lo conoscesse, farebbe molta fatica a distinguerlo dal vero Victor Von Doom in questo momento.

-Kristoff, da quanto tempo te ne stai in questo laboratorio? Quando è stata l’ultima volta che hai incontrato un altro essere umano?

-Hm? Non ho tempo per questo, donna. Osserva!

Il bracciale si solleva in aria, emettendo una serie di luci colorate. I computer di Kristoff iniziano ad elaborare i dati estratti, e su uno schermo si materializzano le immagini di 10 individui: Morph, Flashback, Spider-Girl, Marrina, Cloak, Dargo, Jocasta-7, Dead Girl, Capitan Marvel e Ghost Rider.

-Non li riconosco tutti, ma sembrano super-eroi – reagisce Sharon – Cos’è quel bracciale?

-Una macchina del tempo estremamente sofisticata, capace di trasportare attraverso il tempo e lo spazio fino a sei viaggiatori. Quelli che vedi sono i dati che ha registrato durante gli ultimi viaggi. E’ stato chiarissimamente costruito da Reed Richards.

-Come fai ad esserne sicuro?

-...

-Okay, sei tu l’esperto.

-Circa sei mesi fa ricevetti la visita di un viaggiatore del tempo. Disse di chiamarsi Malefactor e di essere figlio del Dottor Destino e dell’asgardiana Incantatrice, e di volermi offrire un posto nell’Alleanza del Destino...un gruppo di copie temporali di Victor Von Doom, decisi a conquistare il tempo. Gli dissi di no, naturalmente: nascondeva chiaramente qualcosa. Non gradendo la possibilità che uno straniero potesse avvicinarsi a me con una simile facilità, costruii un rilevatore di energie temporali tarato specificamente sulla frequenza di trasporto utilizzata da Malefactor. La stessa frequenza utilizzata da questo dispositivo.

-Ed hai intenzione di utilizzarlo per attaccare questa Alleanza? Kristoff, senza offesa, ma noi due da soli non basteremmo a sconfiggere neanche un Destino, figuriamoci un’intera Alleanza!

-Non sono pazzo, Sharon. Voglio solo radunare tutti i super-eroi che questo dispositivo può evocare, poi studiare l’Alleanza e distruggerla dall’interno.

-...

-Che c’è?

-Kristoff, noi due abbiamo definizioni diverse di “pazzo”.

 

Montreal, Canada

Da quando la sua pelle è diventata porpora, Kara Killgrave è abituata ad attirare l’attenzione. Quindi per lei è abbastanza strano che la gente stia fissando molto di più la donna dai capelli biondi e la divisa militare americana che le sta parlando.

-Ascolta, lo so che può sembrare assurdo, ma noi due ci siamo conosciute in un’altra linea temporale. Facevi parte di un super-gruppo chiamato Worldwatch, sotto l’egida delle Nazioni Unite, finché non ti hanno sbattuta fuori per aver cercato di costruire un Impero d’Africa.

-E’ successo anche qui [2] ...un secondo, che sto facendo? Ho chiuso con questo genere di cose, al massimo posso darti i soldi per raggiungere Ottawa e l’indirizzo di Alpha Flight.

-Non è quello che-

-Buona fortuna, e lasciami in pace – risponde Kara, recuperando una manciata di banconote dalla borsetta e forzandole in mano a Carol Danvers.

Carol la osserva allontanarsi, per poi tentare di raggiungerla.

-Ragazza Porpora, aspetta solo un...

-Ho detto lasciami in pace. E non seguirmi.

Carol si blocca immediatamente, senza riuscire più a camminare in direzione della ragazza. Deve alzare la voce per continuare a farsi sentire:

-Volevo solo sapere come contattare Capitan Marvel!

Kara si ferma. Non importa quanto cerchi di lasciarsi alle spalle il suo passato di eroina, c’è sempre qualcosa a riportarla indietro...qualcosa che le impedisce di ignorare una persona che sta chiedendo il suo aiuto.

-Non è solo una questione di tornare a casa, vero? C’è qualcosa di più grande sotto.

-Sì, non sono l’unica ad essersi persa nel tempo. E’ evidente che in questa linea temporale non ci conosciamo, ma io e Capitan Marvel siamo amici di vecchia data; è probabile che mi conosca anche qui.

-Ehm, di quale Capitan Marvel stiamo parlando?

-Come “quale”? Capitan Marvel! Biondo, alto così, costume rosso e blu, stella sul petto, un paio di Nega-Bande identiche a queste...

-Diciamo soltanto che questa linea temporale è un po’ diversa. E per la cronaca non mi chiamo Ragazza Porpora da anni, ora il mio nome in codice è-

La frase resta incompiuta, almeno per la gente di Montreal: entrambe le donne scompaiono in un lampo di luce ed uno sfasamento temporale.

 

Sharon Ventura si copre gli occhi per evitare di essere accecata, mentre Kristoff regola la trasparenza delle fessure sulla maschera.

-Persuasion – conclude Kara Killgrave, crollando a terra per l’improvviso disorientamento.

-Sto cominciando a stufarmi del teletrasporto – si lamenta Carol Danvers, riuscendo a restare in piedi.

Non che serva a molto: Sharon Ventura la afferra per la divisa, sollevandola da terra e rispolverando il tono minaccioso di un interrogatorio.

-Chi sei, e cos’hai a che fare con Destino?

-E lo chiedi a me? Sei tu quella in combutta con un Destino! – risponde Carol, indicando Kristoff.

Persuasion si rialza, incrociando le braccia: questo è esattamente il tipo di situazioni che aveva deciso di evitare.

-D’accordo, adesso calmatevi e ditemi cosa diavolo sta succedendo.

Entrambe le donne si fermano, rispondendo all’unisono:

-Siamo state teleportate nella base di Destino e questa donna mi ha assalita e non ho idea di chi sia e tu mi hai ordinato di calmarmi e dirti cosa diavolo sta succedendo.

-Sono stata teleportata qui da Kristoff e questa donna è apparsa e non ho idea di chi sia e tu mi hai ordinato di calmarmi e dirti cosa diavolo sta succedendo.

-E tu, Kristoff? Niente da dire? – incalza Persuasion.

L’erede del Dottor Destino, protetto dal potere di Persuasion dagli infallibili filtri della sua maschera, alza le spalle.

-Niente che abbia senso, per il momento.

 

Variante 7112

Los Alamos Scientific Laboratory, New Mexico

5 Agosto 1943

La ragazza si chiama May “Mayday” Parker ed è la figlia dell’Uomo Ragno. Si sveglia grazie al Senso di Ragno e ad un colossale mal di testa, impiegando qualche secondo a comprendere la propria situazione.

Non indossa il suo costume da Spider-Girl ma un camice da ospedale. E’ legata con cinghie di cuoio al letto, in una stanza male illuminata dalla luce del sole che filtra dalle barre alla finestra.

-Dove diavolo...oh già, devo essere ancora negli anni Quaranta – ricorda, strappando le cinghie con estrema facilità ed alzandosi in piedi...faticando a non crollare di nuovo, per quanto le sta girando la testa.

Qualcuno apre la porta, ed il Senso di Ragno inizia a pizzicare con maggiore intensità: è fin troppo chiaro che il pericolo proviene da lì.

Tre uomini in impermeabile nero entrano nella stanza, due dei quali estraggono una pistola non appena vedono che May non è più legata al letto. Prima che riescano anche solo a pensar di premere il grilletto la ragazza li ha già disarmati e sbattuti con forza l’uno contro l’altro.

Il terzo si toglie lentamente il cappello, osservando con espressione neutra sia i due uomini a terra privi di sensi e l’adolescente che sta riducendo le loro pistole a masse informi di metallo, piegandole a mani nude.

-Impressionante. Dieci giorni di coma non sembrano averla rallentata, signorina.

-Chi è lei? E dove sono i miei vestiti?

-Peter James Gyrich, Office of Strategic Services. Tutti i suoi effetti personali sono stati confiscati per essere accuratamente esaminati...anche se il costume non ci interessa particolarmente, non quanto il suo armamentario da polso.

-Lo immagino, ma i lancia-ragnatele mi servono. Dove sono gli altri Exiles? Probabilmente dovremo ripartire da un momento all’altro.

-Signorina...come devo chiamarla? Non abbiamo ottenuto il suo vero nome.

-Spider-Girl va benissimo.

-Non deve preoccuparsi della sua identità segreta, signorina: le ricordo che l’abbiamo vista senza maschera ed abbiamo già preso le sue impronte digitali.

-Ma visto che mio nonno deve ancora nascere, non sapete il mio nome. E a me va bene così. Ora, se non vuole fare la stessa fine dei suoi amici, mi dica dove gli Exiles.

-Lo farei volentieri se lo sapessi, Spider-Girl. Sono tutti scomparsi insieme all’alieno Galactus, durante la battaglia di Parigi. I nostri dottori non hanno nemmeno capito come fa ad essere ancora viva: è appena uscita da un coma di dieci giorni...per quanto ne sappiamo, lei potrebbe essere l’unica Exile sopravvissuta.

 

Variante 1232

In cima al K2

-Vediamo se ho capito – riepiloga Sharon Ventura – Provieni da una linea temporale in cui Capitan Marvel non è mai morto, e sei stata reclutata da una versione alternativa di Franklin Richards per far parte di un gruppo di viaggiatori del tempo chiamati Exiles. E vi siete persi nel tempo dopo aver combattuto Galactus nella Seconda Guerra Mondiale.

-Precisamente – annuisce Carol Danvers – Quello che non capisco è dove siano finiti gli altri, o perché io sia finita proprio qui.

-E’ piuttosto chiaro, una volta studiato questo “Tallus” – risponde Kristoff.

Carol osserva incuriosita il ragazzo in armatura: sembra identico a quello della sua linea temporale, anche se non l’ha mai conosciuto di persona. Se non le avesse rivelato il suo collegamento con l’Alleanza non lo avrebbe neanche ascoltato, ma al momento non sembra avere motivi per mentire.

-Galactus deve avervi colpito con un’onda di sfasamento temporale, nel tentativo di esiliarvi dalla sua linea temporale. Sfortunatamente, l’interazione tra il suo potere cosmico ed il generatore transtemporale del Tallus è stata altamente instabile: le destinazioni erano giuste, ma è stata sbagliata l’associazione con il viaggiatore. Dubito fortemente che Capitan Marvel sia tornato alla propria linea temporale, anzi sono certo che sia stato trasportato al posto di un altro Exile.

-Ma io come sono arrivata qui? Non mi risulta che nessuno degli Exiles provenisse da questa realtà.

-Una domanda interessante. Non ho potuto fare a meno di notare che lei indossa un paio di Nega-Bande, Tenente Colonnello...sì, posso vederle anche se al momento sono invisibili. Ho anche ragione nel supporre che lei sia legata a livello molecolare con Capitan Marvel, così come nella nostra linea temporale lo è stato Rick Jones? Non ha bisogno di rispondere: certo che ho ragione.

-Anche se tu avessi ragione, e non sto dicendo che è così – risponde Carol, non troppo certa di dover rivelare la propria “identità segreta” a questi sconosciuti – Ancora non mi hai risposto: perché sono qui?

-Temo sia stata colpa mia. Il Tallus è progettato per rimandare a casa solo una persona per ogni linea temporale, quindi ha trasportato solo Capitan Marvel. Tuttavia, dato il vostro legame molecolare, ha comunque considerato anche lei una Exile e tentato di mandarla a casa...ma poiché i miei strumenti hanno rilevato la fluttuazione temporale del Tallus e l’hanno portato qui, lei è stata trasportata nel posto giusto ma nella linea temporale sbagliata.

-Ma il suo punto d’origine è sempre registrato nel Tallus? Se è così, rimandala a casa e facciamola finita – chiede Sharon.

-Precisamente quello che ho intenzione di fare – risponde Kristoff, tornando alla postazione di comando.

-Un secondo...mi sembra tutto tremendamente complicato. Sei sicuro di poter controllare questa tecnologia?

-Bah! Non posseggo forse tutte le conoscenze di Victor Von Doom? Questi sono poco più che giocattoli per il mio intelletto! - protesta Kristoff, riattivando i circuiti temporali del Tallus.

C’è un potentissimo lampo di luce, e tutti e quattro scompaiono.

 

Variante 13118

In cima al K2

Un istante dopo, l’aria climatizzata lascia spazio all’aria rarefatta degli 8000 metri d’altezza, oltre ad una temperatura a dir poco glaciale.

-O forse no – conclude Kristoff, recuperando il Tallus ed esaminandolo tra le proprie mani – Hm, sembra che il nucleo temporale sia scarico: occorreranno alcuni giorni prima di poter fare un altro salto.

Soltanto dopo aver agganciato il Tallus al proprio polso, Kristoff si rende conto del perché nessuna delle donne che lo hanno accompagnato in questo viaggio ha risposto: si sono ritrovate improvvisamente in un ambiente molto più ostile di quanto possa sopportare un normale corpo umano.

Carol e Persuasion sono già a terra, e Sharon Ventura resiste in piedi solo grazie alla propria forza sovrumana...forza che, come sta dolorosamente scoprendo, non la sta aiutando affatto a respirare normalmente.

-Kristoff...la prossima volta...costruisciti una base alle Bahamas – riesce a dire prima di perdere i sensi in mezzo alla neve.

Sospirando, il ragazzo prodigio estrae dalla cintura tre generatori di campo di forza miniaturizzati e li applica al collo delle tre donne: le ripareranno dal freddo e genereranno abbastanza ossigeno da non farle morire, mentre lui penserà a come risolvere la situazione.

Non ha molto tempo per pensare, però, perché qualcosa attira la sua attenzione appoggiando una mano sulla spalla. Kristoff si volta, soltanto per ricevere un pugno in piena maschera con abbastanza forza da scaraventarlo verso la montagna.

-Allontanati da queste fanciulle, tirannico dittatore! Non so quale stregoneria tu abbia usato per imprigionarmi in questa landa di ghiaccio, ma la Valchiria trionferà sulle tue oscure trame! – grida la bionda e statuaria asgardiana, caricando a testa bassa verso Kristoff.

La sua forza è paragonabile a quella della Cosa, ed è necessaria una gran quantità di energia per espandere il campo di forza quanto basta perché Kristoff non venga fatto a pezzi dai suoi pugni.

-Valchiria, ascoltami! Il Tallus è programmato per trasportare sei persone, e deve averti prelevata a caso. Nemmeno io so dove siamo!

-Sei in un mare di guai – interviene un’altra donna.

Kristoff ne riconosce immediatamente la voce, ma non ha tempo per dire nulla: una potente scarica energetica si abbatte sul suo campo di forza, che collassa sotto un potente pugno della Valchiria. La nuova arrivata atterra, sollevando Kristoff con una mano sola e minacciando di colpirlo con una nuova scarica.

-Non so cosa ti sei messo in testa, Destino, ma qui non c’è nessuna immunità diplomatica a difenderti.

-No, ma ci sono io. Lascialo andare – ordina Persuasion, e la donna obbedisce.

Dietro la maschera di Miss Marvel, Carol Danvers cerca di capire cosa stia succedendo. Riconosce la ragazza dalla pelle porpora che sta visibilmente tremando, dopo essersi tolta il generatore di campo di forza per usare il proprio potere.

-Non credo di voler sapere che sta succedendo.

-Ci siamo persi nel tempo – spiega Kristoff.

-Ecco, visto perché non volevo saperlo?

 

Variante 7112

Los Alamos Scientific Laboratory, New Mexico

7 Agosto 1943

Sin da quando ha cominciato la propria carriera da Spider-Girl, May “Mayday” Parker ha imparato ad assaporare ogni momento di calma e tranquillità; non sono molti i momenti in cui non deve salvare innocenti, combattere super-criminali, andare a scuola e provare a rattoppare una malconcia vita privata.

Negli Exiles, May non aveva mai un momento per fermarsi a pensare; sempre un nuovo mondo dove andare, nuovi nemici da combattere, senza mai sapere quanto durerà la missione e se ci sarà il tempo di abituarsi ad una faccia amica prima del prossimo Exile caduto.

In questo momento, però, May darebbe qualsiasi cosa per un po’ di attività.

Negli ultimi due giorni non ha fatto altro che rispondere alle domande dell’agente Gyrich, sottoporsi ad esami medici e camminare avanti e indietro nella propria microscopica stanza blindata. Non che le sbarre alle finestre la possano fermare, certo, ma dove andrebbe? Mancano decenni alla sua nascita, e non è neppure nella linea temporale giusta.

Mentre sta camminando sul soffitto, utilizzando il suo potere per far aderire la gonna alle gambe, qualcuno bussa alla porta.

-Spider-Girl? Posso entrare?

-Sono senza maschera ma sono vestita.

James Buchanan Barnes entra nella stanza, senza batter ciglio alla vista della ragazza che gli si avvicina camminando sul soffitto.

-Sono io, Spider-Girl...Bucky – rivela il ragazzo, estraendo da una tasca la piccola maschera a domino che ne copre a malapena gli occhi, come se fosse necessaria una prova.

-Non l’avrei mai detto. Ma il tuo segreto è al sicuro con me, stai tranquillo – risponde May faticando per non scoppiare a ridere: non si era nemmeno accorta che Bucky portasse una maschera, finora.

-Volevo portarti un mazzo di fiori, ma siamo in New Mexico.

-Anche un i-Pod sarebbe stato apprezzato.

-Un cosa?

-Lascia perdere. Che fine hanno fatto gli Invasori, dopo lo scontro a Parigi? Gyrich mi ha detto che Galactus ed il Sognatore del Tempo sono spariti, ma...

-Sono ancora in Europa; Cap è stato richiamato a Washington per un qualche meeting super-segreto, ed io ho colto l’occasione per far visita alla ragazza che si è quasi fatta uccidere per salvarmi la vita. Che ne dici di fare due passi? Sul terreno, magari.

 

Variante 13118

In cima al K2

Kristoff espande al massimo il proprio campo di forza, sufficiente a proteggere sei persone dalla temperatura glaciale e a regolare il livello d’ossigeno.

-Il campo non reggerà molto, non è stato progettato per simili evenienze.

-Dovrebbe servire giusto a salvarti la pelle, giusto? – lo critica Persuasion, che sta visibilmente tremando.

-Data la nostra situazione attuale, sarebbe meglio evitare gli attacchi personali e fare il punto della situazione.

-Oh, la situazione è abbastanza chiara. Sono in cima a una montagna in un’altra linea temporale, insieme al Dottor Destino Junior, ed ho sotto controllo la Valchiria, Miss Marvel e...un’altra Miss Marvel, suppongo. A proposito: potete muovervi e parlare, ma non scappate e non attaccate nessuno.

Sharon Ventura, la Valchiria e Miss Marvel ritornano improvvisamente in possesso dei rispettivi corpi, visibilmente e comprensibilmente confuse.

L’unica a non sembrare colpita dalla rapida successione di salti temporali è Carol Danvers, che rimettendosi in piedi si avvicina alle super-eroine; la Miss Marvel dai capelli biondi la osserva a bocca aperta, incredula.

-Allora, da quel che dice Kristoff non ce ne potremo andare per un po’ di tempo, quindi prima di trovare un posto un po’ più ospitale sarà il caso di fare le presentazioni...nella mia linea temporale non conosco nessuno di voi, tranne la Ragazza Porpora.

-Persuasion – precisa Kara Killgrave.

-Il mio nome è Brunnhilde, ma tra i mortali di Midgard sono nota come la Valchiria. E da dove provengo, tu ed io siamo compagne d’armi.

-Non mi sembri il tipo da arruolarsi nell’Air Force...

-Siete state, cioè siamo state, nei Difensori – chiarisce la Miss Marvel bionda, che sta fluttuando a pochi centimetri da terra. Sta chiaramente tentando di cambiare la voce, ma Carol Danvers la riconosce...così come le è familiare quel volto, nonostante la piccola maschera a domino. Lo ha visto milioni di volte allo specchio.

-Tu...tu sei me?

-Preferirei non parlare della mia identità segreta davanti a tutti, specialmente al Dottor Destino. Chiamami Miss Marvel.

-Accidenti, non dirmi che sei tornata ad usare quel nome? Adesso dovrò trovarmene uno nuovo – sbuffa Sharon Ventura – Credevo ti facessi chiamare Warbird!

-Puoi usare tu quel nome, se ti piace tanto.

-E che senso avrebbe? Non so neanche volare. Per il momento chiamatemi Sharon e basta.

-Sta cominciando a diventare piuttosto complicato – storce il naso Persuasion.

-Invero – annuisce...no, non serve chiarire chi ha risposto “invero” – Sembra che proveniamo tutti dalla stessa Terra, a parte Carol Danvers. La Carol senza poteri, intendo.

-Grazie tante, Val. C’è qualcuno tra i presenti che non ha ancora capito la mia identità segreta? – si lamenta Miss Marvel.

Nessuno aggiunge niente per diversi secondi.

-Odio i viaggi nel tempo... – commenta qualcuno. Non è importante chi: tutti i presenti hanno pensato la stessa cosa.

 

Variante 7112

Los Alamos Scientific Laboratory, New Mexico

7 Agosto 1943

May Parker inizia a rendersi conto dell’assurdità della sua situazione solo ora. Si tratta di una ragazza con i poteri di ragno che ogni notte rischia la vita in un costume attillato salvando degli sconosciuti e picchiando altra gente in costume, ma è assurdo anche per i suoi standard.

All’apparenza sta camminando in quello che sembra un normale sito di ricerca scientifica insieme ad un ragazzo. L’assurdo è che il ragazzo dovrebbe essere più vecchio di suo nonno ed essere morto da decenni, che in quel sito di ricerca stanno costruendo la bomba atomica, e che nessuno sta facendo caso al fatto che grazie ai vestiti dell’epoca May sembra più Audrey Hepburn che una ragazza del ventunesimo secolo.

-Audrey chi? – chiede perplesso Bucky.

-Wow, siamo così nel passato che anche le mie citazioni datate non sono abbastanza vecchie. Bucky, credo ti sia messo nei guai per avermi fatto uscire dalla mia stanza...quelle due guardie che hai steso riprenderanno i sensi, prima o poi.

-E allora? Hai salvato il mondo, Spider-Girl. Non dovresti startene chiusa in cella. E anche se dovessi sorbirmi una lavata di capo dal vecchio Cap, almeno sono riuscito a fare due passi con una bella ragazza prima di tornare in trincea.

-Ma battute così le provi o ti vengono naturali? E poi, non abbiamo vinto la guerra sconfiggendo Galactus?

L’espressione di Bucky cambia improvvisamente.

-Vuoi dire che non lo sai?

-Bucky, sono stata in coma e non c’è nessuna televisione o Internet nella mia...beh immagino non ci siano da nessuna parte, al momento.

-Zemo è il nuovo Fűhrer.

La coppia si ferma. Ed improvvisamente May si ricorda dove, ma soprattutto quando è.

-Zemo? Il Barone Zemo? Il tizio che ha ucciso...voglio dire, che ucciderà...quello Zemo? Come...

-Hitler è stato trovato morto mentre noi combattevamo Galactus; il Teschio, Himmler, Göring, tutti uccisi o scomparsi. La buona notizia è che l’Italia si è arresa e che stiamo liberando il resto della Francia...ma la guerra potrebbe durare ancora per anni.

-In effetti nella mia linea temporale è durata ancora un po’. Immagino di essere stata un po’ ingenua a pensare che finisse tutto solo perché abbiamo scacciato Galactus.

C’è un lungo silenzio, tra i due. Non per gli anni che separano le loro epoche, ma perché entrambi stanno pensando a come evitare un particolare discorso.

-Sai che l’OSS non è veramente interessato ai tuoi lancia-ragnatele, vero? Secondo me non sono nemmeno dell’OSS, è una cosa talmente grossa che nemmeno Cap sa chi c’è veramente dietro. Se ottenessero quello che vogliono...

-Vogliono che io gli dica come completare la bomba atomica con due anni di anticipo – annuisce Spider-Girl.

-Potresti farlo?

-E’ mio padre lo scienziato di famiglia; a dire la verità, adorerebbe vedere tutto questo di persona. Però questa non è solo una visita di cortesia, vero?

-L’OSS ha recuperato qualcun altro a Parigi – rivela Bucky – L’alieno dalla pelle d’argento chiamato Silver Surfer.

 

Variante 13118

Doomstadt, Latveria

Al centro della Wernerplatz, ai piedi della statua di dodici metri del Dottor Destino, si materializzano sei personaggi che per mancanza di un termine migliore chiameremo Exiles. Con l’eccezione di Kristoff sono tutte donne, e non sembrano minimamente a proprio agio quando capiscono dove si trovano.

-Di tutti i posti sul pianeta, questo è il primo dove hai pensato di andare!? – protesta Miss Marvel.

-Sotto di noi c’è l’unico portale di teletrasporto accessibile in questa linea temporale. Curioso: a questo punto avremmo già dovuto essere attaccati dalla rete di difesa.

Invece gli Exiles non sono accolti da robot assassini come si aspettavano, ma da decine e decine di latveriani che si avvicinano con circospezione, scrutando con curiosità le donne ma non osando fissare Kristoff.

Mormorano a bassa voce...è davvero il Re? Dov’è stato per tutto questo tempo? Sarà contento di cosa è successo durante la sua assenza? Perché indossa una nuova armatura?

Poi, senza che nessuno dica niente, succede qualcosa di incredibile: ad uno ad uno, i latveriani si inginocchiano.

-Opera tua, Persuasion? – chiede Carol Danvers.

-No, non ho detto niente...devo parlare per controllare la gente. E non so neanche se qui parlano inglese, ma...alzatevi e tornate a fare quello che stavate facendo prima.

-C’è qualcosa di strano in questo posto – nota la Valchiria, indicando un gruppo di latveriani a dir poco particolare: hanno la pelle blu.

Kristoff attiva i razzi della propria armatura, alzandosi in volo.

-Devo parlare con Destino; voi restate qui.

-Hey, chi ti ha nominato capo? – protesta Miss Marvel, seguendo il volo del ragazzo in armatura a distanza ravvicinata. Il percorso per il Castello Destino è breve, ed entrambi stanno volando abbastanza velocemente da raggiungerlo in pochi secondi.

Alle porte del castello, robot da combattimento e guardie atlantidee alzano le armi verso gli invasori; non fanno in tempo a fare altro, prima che Kristoff li disarmi.

“Dimentico sempre quanto è potente quell’armatura” pensa Miss Marvel, che non ha modo di fare nulla tranne seguire il compagno di squadra: il ragazzo sta abbattendo le difese del castello come se le conoscesse a memoria.

In qualsiasi linea temporale, il Castello Destino è uno dei luoghi più impenetrabili del pianeta. Anche questo non fa eccezione, e Miss Marvel è costretta a riconoscerlo: Kristoff ha raggiunto la sala del trono in meno di due minuti, ma senza conoscere tutti i punti deboli ed i passaggi segreti persino i Vendicatori avrebbero impiegato ore.

 

Le pesanti porte della sala del trono si aprono con una scarica di energia dal guanto di Kristoff, che cammina solennemente verso il trono. Quattro guardie si ritrovano a terra senza aver nemmeno visto l’onda sonora che li ha colpiti.

-E così sei tornato – sospira l’uomo seduto sul trono, che Miss Marvel riconosce.

Indossa una corona apparentemente di corallo ed abiti decisamente più formali di quelli in cui è abituata a vederlo...ma Miss Marvel lo riconosce all’istante: le orecchie a punta e quelle strane sopracciglia sono inconfondibili.

-Namor. Che è successo durante la mia assenza? – chiede Kristoff; l’essere stato scambiato per Destino potrebbe essere un vantaggio da non sottovalutare.

-Quello che volevamo fare assieme, Victor, prima che tu svanissi senza lasciare traccia. Ho conquistato il mondo.

 

CONTINUA !

 

 

Nel prossimo numero: gli Exiles sono anche più persi nel tempo del solito, e spetta ad un gruppo mal assortito di eroi rintracciarli. E’ anche peggio di come sembra...

 

Note

La Valchiria è apparsa l’ultima volta su Difensori 64, mentre Miss Marvel (cioè Carol Danvers, l’ex Warbird, quella...dai che avete capito) si è vista molto recentemente su Vendicatori. Se volete sapere come si posiziona cronologicamente la sua apparizione su queste pagine, avete persino più pazienza per i paradossi temporali dell’autore... [3]

 

 

 

[1] su Vendicatori 62

 

[2] come visto su Worldwatch

 

[3] se proprio non resistete, è dopo Vendicatori 76